Early treatment for Covid-19 works. Full stop.
Category: Science
Epitope-resolved profiling of the SARS-CoV-2 antibody response identifies cross-reactivity with endemic human coronaviruses: Cell Reports Medicine
Epitope-resolved profiling of the SARS-CoV-2 antibody response identifies cross-reactivity with endemic human coronaviruses: Cell Reports Medicine
— Read on www.cell.com/cell-reports-medicine/fulltext/S2666-3791(20)30244-5
Ivermectin is the game changer. Scrap the vaccines.
Some have been saying this since April. The evidence is solid in the literature, too, now. Here’s a meta analysis from the University of Liverpool, sponsored by WHO.
ITA – Professore di Infermieristica e Vaccino Covid-19
Il prof. Festini ha deciso di non vaccinarsi. Per due motivi principali: uno, non c’è abbastanza tempo in 7 mesi per sperimentare qualsivoglia medicinale; e due, perché lui ha già avuto problemi gravi causati da vaccina influenzale, e quindi da allora non tocca più vaccini affini.
Su un secondo post Facebook, ormai rimosso perché mezzo mondo gli stava rispondendo, ha scritto:
“Una premessa per chi desidera riprendere questo post (che a differenza di quelli indebitamente pubblicati, lascerò pubblici) per commenti o per farci degli articoli. Mi fanno piacere tutte le critiche fondate e infondate ma non tollero insulti e sbeffeggiamenti alla mia persona. In particolare metto in guardia coloro che accosteranno il mio nome anche indirettamente ed in modo suggestivo ai termini NO-VAX, ANTI-VAX, NEGAZIONISTA ed altri di egual significato. Sono insulti sanguinosi alla mia onorabilità e chi li userà può già contare sulla mia querela. Chi ha usato quei termini per definirmi è ancora in tempo per modificarli.
Per chi ha letto gli articoletti di Bocci e Carratu’ sulla Repubblica -ripresi da altri giornali senxa chiedermi conferme o smentite- ed è curioso di avere informazioni che non siano state, diciamo così, “filtrate” dai due giornalisti.- Entrambi si sono dimenticati di dire che il principale motivo per cui io non farò il vaccino è perché nel 1995 ho avuto una patologia neurologica seria -fortunatamente risoltasi dopo circa 6 mesi- a seguito della vaccinazione antinfluenzale di quella stagione. I medici mi hanno detto di evitare vaccinazioni future. – Entrambi si sono “dimenticati” di dire che non mi hanno mai intervistato, che non ho rilasciato dichiarazioni pubbliche ma che hanno costruito gli articoli su dei post PRIVATI non destinati alla diffusione pubblica e che usavano perciò un linguaggio non accademico, confidenziale e presentando concetti complessi in modo molto semplificato ad uso degli amici.
Sono veramente costernato di questo modo di fare giornalismo- anche se a qualcuno piacerebbe bollarmi come negazionista, ahimè per loro, non lo sono. Se lo fossi, non si spiegherebbe perché da molti mesi eseguo come volontario i tamponi Covid a domicilio e presso uno dei drive-through della Toscana. io non ho espresso critiche contro “Il Vaccino”: ho richiamato l’attenzione su alcuni aspetti degni di attenzione su di “un” vaccino, utilizzando i dati ufficiali.
Tali dati indicano che mentre la riduzione relativa del rischio determinata da quello specifico vaccino è effettivamente del 95%, la riduzione assoluta del rischio è piccola, circa lo 0,8%. È la presentazione di questa ovvietà statistica che ha scatenato la caccia alle streghe, quasi che fosse un tabù da non nominare mai. Perché è piccola ? Proprio perché il rischio di partenza è già molto piccolo. E su questo dovremmo riflettere. Non sono l’unico in ambito accademico a pensarla così: https://blogs.bmj.com/…/peter-doshi-pfizer-and…/
Quando si assumono farmaci il bilancio costi/benefici va ponderato con estrema cura, specie quando si programma una somministrazione di massa.Nel caso attuale, forse per emotività, una discussione seria e approfondita su questo aspetto fondamentale non c’è stata, dando per scontato che i benefici siano talmente superiori ai costi (ovviamente intendo soprattutto costi in salute) che non valga la pena parlarne. Invece sarebbe opportuno.
Lo studio alla base del Comirnaty non è ancora terminato. Dei 44mila reclutati, solo 36600 hanno per ora completato le 2 somministrazioni previste dal protocollo. In altre parole, il vaccino è stato autorizzato all’uso sulla base dell’80% dei dati. Il 20% mancante -e che arriverà in seguito- ha la potenzialità di determinare un dato finale completamente diverso, ad esempio dimostrare l’inefficacia del trattamento. Il Comirnaty, quindi, è a tutti gli effetti ancora allo stato sperimentale. Quindi occorre prudenza.
La durata dell’osservazione sui soggetti sottoposti alla sperimentazione è insolitamente breve. Sia i soggetti vaccinati che quelli non vaccinati sono circa 18mila. L’osservazione complessiva di ciascun gruppo è stata di circa 2200 anni/paziente, equivalenti a 803mila giorni/paziente. Ogni paziente quindi è stato osservato in media per 45 giorni circa dopo l’inoculazione. Ne consegue che qualunque affermazione si faccia su questo vaccino (tossicità, effetti avversi, durata della copertura) non può oltrepassare l’orizzonte temporale di circa 45 giorni.
Non è stata valutata la tossicità su esseri umani (quello che di solito si fa nella fase 1) ma solo su ratti. La cancerogenicità invece non è stata valutata neppure sui ratti. Il vaccino non può essere somministrato a bambini sotto i 12 anni. Per i soggetti sopra i 75 anni d’età l’intervallo di confidenza statistica dell’efficacia va da -13% a 100%, cioè non è statisticamente significativo; questo significa che non è possibile affermare che sia efficace sugli ultra 75enni. Quindi, fino a prova contraria, deve essere considerato inefficace in quella fascia d’età. Nella fascia 64-75anni l’intervallo di confidenza è molto ampio (da 53% a 99,8%) e questo significa incertezza. Si ammette la possibilità che l’efficacia reale sia anche poco superiore al 50%. Solo nella fascia 16-64anni l’efficacia ha un intervallo accettabile. Ci si dovrebbe porre quindi la domanda se sia davvero conveniente un vaccino che non si può somministrare ai bambini, che non è efficace nei grandi anziani e che ha un’efficacia un po’ incerta nei 64-75enni.
Questo e questo soltanto è ciò che ho da dire. E se qualcuno trova quello che ho scritto una bestemmia da buttare al rogo, il problema è suo, non mio. Il dubbio, la critica, la messa in discussione continua sono l’essenza della Scienza, ciò che la fa progredire. Chi presenta la Scienza come una granitica Verità, si sbaglia; soprattutto nell’area biomedica, dove ogni affermazione deve essere sempre fatta in termini di probabilità, non di certezza.
Un’avvertenza a chi volesse riprendere le mie parole e farne un articolo: le critiche nel merito mi fanno piacere (se ho possibilità di replica), gli attacchi personali invece non li tollero. Ho la querela facile e i mezzi per portarne avanti quante ne servono.In particolare, riterrei particolarmente grave e insultante essere accostato in qualunque modo al termine negazionista.Perché l’unica cosa che nego è la buona fede, l’onestà intellettuale e l’obiettività di alcuni giornalisti.”
Vitamin D Supplementation Associated to Better Survival in Hospitalized Frail Elderly COVID-19 Patients: The GERIA-COVID Quasi-Experimental Study – PubMed
Regular bolus vitamin D supplementation was associated with less severe COVID-19 and better survival in frail elderly.
— Read on pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33147894/
Lisbon Court of Appeal rules against PCR tests
This is somewhat old news, but I failed to report it here:
The PCR test “is unable to determine, beyond reasonable doubt, that a positive result corresponds, in fact, to the infection of a person by the SARS-CoV-2 virus”, said the Lisbon Court of Appeal.
This is the ruling of the court. The news has been reported also by the Italian National Order of Biologists.
The ruling cites two main papers:
- False-positive COVID-19 results: hidden problems and costs
- Correlation Between 3790 Quantitative Polymerase Chain Reaction–Positives Samples and Positive Cell Cultures, Including 1941 Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2 Isolates
This is not news. Lots of scientists and doctors around the world know about the problems with mass PCR testing.
Recently, 22 scientists published an external peer review of the publication entitled “Detection of 2019 novel coronavirus (2019-nCoV) by real-time RT-PCR” (Eurosurveillance 25(8) 2020), which formed the basis for worldwide mass PCR testing. The scientists have highlighted 10 major flaws in the original paper.
Other resources about PCR can be found on this site.
These two articles, however, remain a good start:
And remember: PCRs are not a diagnostic tool.
Yet another study destroying the case for asymptomatic spreading
Household Transmission of SARS-CoV-2 – A Systematic Review and Meta-analysis
Obviously, asymptomatic people are far more likely to be contagious in a household setting, but study finds chance is less than 1% in a household. Why are we treating casual public contacts as potentially deadly?
Simple. It’s not about the virus.
Virologist Drosten: what changed from 2014 to 2020?
2014: the [PCR] method is so sensitive that it can detect a single genetic molecule of this virus. For example, if such a pathogen scurrys over the nasal mucosa in a nurse for a day without falling ill or noticing anything else, then she is suddenly a Mers case. Where previously fatally ill people were reported, mild cases and people who are actually core healthy are now suddenly included in the reporting statistics.
— Read on amp2.wiwo.de/technologie/forschung/virologe-drosten-im-gespraech-2014-der-koerper-wirdstaendig-von-viren-angegriffen/9903228.html
Very sensible. PCR testing is a bad idea for diagnostics. Yet, fast forward 6 years, and Drosten is responsible for the paper that formed the basis for the worldwide mass testing policy for Covid19.
What changed? Certainly not the science or the tests. After all, use of PCR has been widely criticised by many scientists (no, not on the MSM). And recently a damning review of the above paper appeared.